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La traduzione dei contratti di lavoro rappresenta una sfida complessa che richiede una perfetta conoscenza non solo delle lingue coinvolte, ma anche delle normative giuridiche, culturali e sociali dei Paesi di origine e di destinazione. Si tratta di un processo delicato che non può prescindere dalla precisione, per evitare ambiguità che potrebbero dare origine a problematiche legali.
Ma prima di cercare dove ordinare la traduzione, vediamo nel dettaglio quali sono i principali aspetti della traduzione dei contratti di lavoro, con particolare attenzione alle difficoltà e alle competenze richieste.
1. Quali sono gli aspetti da considerare?
La traduzione di un contratto di lavoro non può essere fatta alla lettera. Ogni termine giuridico ha un significato preciso nel contesto del diritto e delle relazioni lavorative di un determinato paese. Traduttori esperti, come i nostri, sanno scegliere la soluzione più adatta dal punto di vista linguistico e culturale, senza alterare il senso originale del contratto.
Per esempio, in Italia il contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) è un accordo che stabilisce gli standard minimi di stipendio e altre condizioni per un intero settore. In altri paesi, invece, i contratti collettivi non hanno una regolamentazione così ampia a livello nazionale. D’altra parte, in Russia, Canada, Norvegia, Svezia e Finlandia esistono le indennità per le regioni settentrionali, ossia compensi aggiuntivi per chi lavora nelle zone polari e le aree con condizioni simili. In Italia, Grecia e Spagna non c’è nulla di simile.
Ecco perché, quando si tratta di tradurre contratti di lavoro, è essenziale affidarsi a traduttori qualificati, che conoscano a fondo la normativa del lavoro di entrambi i paesi.
2. Le differenze normative e giuridiche
Ogni Paese ha leggi e normative diverse in materia di lavoro, e tali norme hanno un peso importante sulla redazione dei contratti di lavoro. Pertanto, la traduzione non può limitarsi alla semplice trasposizione di parole, ma implica anche una profonda comprensione delle norme giuridiche che governano le relazioni lavorative. Un traduttore deve conoscere gli aspetti specifici delle legislazioni riguardanti le ore di lavoro, i diritti del lavoratore, la risoluzione del contratto e altre clausole che potrebbero variare a seconda del Paese.
Per esempio, un contratto di lavoro in Italia potrebbe fare riferimento a concetti come indennità di disoccupazione o trattamento di fine rapporto (TFR), che sono peculiari del sistema legale italiano. I nostri traduttori sono in grado di trovare un equivalente giuridico che abbia lo stesso valore legale nel Paese di destinazione. Non si tratta mai e in nessun caso, appunto, di una semplice traduzione parola per parola, ma di una traduzione umana e professionale, fatta anche di verifiche e controlli della normativa vigente. Abbiamo già raccontato cosa succede ad affidarsi alla traduzione automatica…
3. Non solo tecnicismi: che importanza rivestono gli aspetti culturali?
Come abbiamo già accennato, tradurre un contratto parola per parola non è sufficiente, soprattutto perché spesso gran parte del lavoro non riguarda la lingua in sé, ma gli aspetti giuridici e culturali. Un contratto scritto in italiano ha una struttura ben determinata e un registro che più o meno lo rendono riconoscibile al lettore medio. Un contratto scritto in russo o in inglese (inglese britannico, americano, australiano…) hanno sicuramente struttura e registro diversi. Se tradotta alla lettera, questa particolarità potrebbe rendere il testo «strano» per chi legge. Per evitarlo, è meglio affidarsi a traduttori esperti.
Un altro aspetto fondamentale – e qui ci rivolgiamo soprattutto alle persone che scrivono in un alfabeto diverso da quello latino – è fornire la traslitterazione ufficiale del proprio nome e cognome. Di recente ci siamo imbattuti in una traduttrice dilettante nel campo della traduzione di documenti, convinta che esistano tabelle universali, valide per tutti i paesi e per tutte le epoche, che permettano di traslitterare in modo preciso e univoco nomi e cognomi dal cirillico al latino. Chiunque abbia esperienza in questo settore sa bene che nella pratica non esiste un solo standard: le istituzioni cambiano sistema a loro discrezione e spesso senza seguire regole o chiedere agli utenti cosa ne pensano.
Per questo, determinare la corretta grafia in caratteri latini di nomi e cognomi è un compito a sé stante. Maggiori dettagli nel nostro articolo dedicato.
4. Non solo traduzione: il servizio di revisione
Infine, è essenziale che la traduzione di un contratto di lavoro sia sottoposta a una revisione prima di procedere al giuramento. Il revisore non si limita a correggere gli errori, ma può anche migliorare la struttura del testo, il suo stile e la coerenza logica. La revisione non serve solo a verificare la qualità finale del testo del contratto, ma anche ad assicurarsi che la versione tradotta sia pienamente conforme alla normativa del paese di destinazione e che tutte le clausole siano formulate correttamente. Viene inoltre effettuato un controllo dei riferimenti alla legislazione vigente e del loro formato.
Conclusioni
La traduzione dei contratti di lavoro non è un processo banale, ma richiede una combinazione di competenze linguistiche, legali e culturali che soltanto traduttori esperti sono in grado di fornirvi. È essenziale che i traduttori comprendano appieno le leggi del Paese di destinazione e siano in grado di adattare la terminologia in modo che il contratto conservi la sua validità giuridica e sia culturalmente appropriato. Ed è questo il tipo di servizio che potrete ottenere affidandovi agli esperti di OLÈXICA.
Preventivo per la traduzione
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