Partiamo da una storia che ci riguarda di persona. Qualche tempo fa ci siamo ritrovati a ricercare dei traduttori in lingua tedesca, e fra gli altri mezzi abbiamo utilizzato anche i post su Facebook. Ci è stato fatto notare però che il nostro post (scritto in tedesco) era stato tradotto in italiano dal servizio di traduzione automatica di Facebook, con risultati a dir poco agghiaccianti. La cosa che più ci ha colpito è che, secondo un qualche strano procedimento, dal nostro post di ricerca di un traduttore o di una traduttrice veniva fuori che stavamo cercando…tutt’altro.

In ogni caso, da ogni inciampo bisogna trarre un vantaggio, ed eccoci qui a raccontarvi, senza nemmeno troppo sforzo, che la traduzione automatica ha ancora parecchia strada da fare, soprattutto sui social network.

Alcuni social network (come Facebook e Instagram) hanno deciso di integrare ai vari post un servizio di traduzione automatica, che fortunatamente l’utente può decidere di attivare o (opzione raccomandata) disattivare. Facebook stesso dichiara che attraverso la traduzione automatica “puoi raggiungere più persone nella loro lingua preferita, senza dover inserire manualmente le traduzioni”, per poi contraddirsi subito dopo (infatti, affinché una campagna abbia successo, bisogna inserire le traduzioni per le lingue e i mercati di proprio interesse).

Ma tornando alla traduzione generata automaticamente, la qualità dei testi creati dal traduttore automatico (in gergo output) non inseriti o modificati dal gestore della campagna sono quasi sempre di qualità pessima o fuorvianti e non tengono conto di vari aspetti fondamentali che caratterizzano l’utilizzo commerciale dei social network.

La traduzione automatica ha certamente finalità positive per gli utenti che ad esempio vogliono scoprire cosa ha postato il vecchio compagno d’Erasmus greco sotto la bella foto di un tramonto. Ma finisce lì: la traduzione automatica non dovrebbe assolutamente essere adottata dalle aziende senza prima rivolgersi a qualcuno che possa sistemare o, meglio ancora, tradurre i post e localizzarli per il pubblico e il paese d’interesse.

È sempre importante ricordare che scrivere male vuol dire vendersi male, in qualsiasi lingua lo si faccia. Se Facebook e Instagram sono i canali che preferite usare per vendere un servizio o prodotto non solo in Italia, ma anche in particolari mercati esteri di vostro interesse, occorre investire parte del budget delle campagne nella traduzione e nella localizzazione dei post che intendete pubblicare.

Scrivere male vuol dire vendersi male, in qualsiasi lingua lo si faccia. — OLÈXICA

Perché non solo traduzione, ma anche localizzazione? Come abbiamo già illustrato nel nostro articolo sul tema, la localizzazione si concentra sugli aspetti non solo linguistici, ma anche culturali, e consente al vostro testo di raggiungere l’essenza del pubblico cui desiderate vendere il vostro prodotto o servizio. Per intenderci, se la vostra azienda esporta patate in Austria, nei vostri post quella patata si chiamerà Erdapfel, e non Kartoffel. L’esempio chiaramente non è esaustivo, i fattori da tenere in considerazione sono molto più complicati di così.

Dunque come fare? Il nostro consiglio è sempre quello di rivolgervi alla nostra agenzia di traduzione, cosicché i vostri post siano sempre perfetti per il pubblico cui vi rivolgete e possiate ottenere un risultato positivo effettivo dalle vostre campagne social orientate all’estero. La pianificazione, anche linguistica, è la vera chiave per il successo aziendale.

Preventivo per la traduzione

È sufficiente inviarci i testi in formato Word, Excel, HTML o XLIFF via mail a info@olexica.com, su WhatsApp al numero +39 324 842 3554 o su Telegram. Esamineremo il lavoro e vi invieremo un preventivo gratuito senza impegno.

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